ATTIVITA' EDITORIALE

ATTIVITA' EDITORIALE

  • La Dottoressa Monica Cappello Sessuologa a Torino collabora con le Riviste TOP SALUTE e VIVERSANI E BELLI.

E' autrice di numerosi articoli di Psicologia e Sessuologia e rilascia interviste ai giornalisti che si occupano di Salute.

Esperto della Rubrica Domande&Risposte SESSO E PSICHE su VIVERSANI E BELLI.

 

  • La Dott.ssa Cappello collabora da molti anni con la Sezione Salute de LA STAMPA.it, dove sono presenti diverse videointerviste su tematiche sessuologiche: stimolazione autoerotica, eiaculazione precoce, disfunzione erettile, eiaculazione ritardata, anorgasmia, calo del desiderio, vaginismo, sesso orale, sesso a tre, fantasie erotiche, sex toys, sesso nella terza età, sesso e gravidanza, pornodipendenza, misure del pene, preservativo ect...

Video "Calo del desiderio": 

http://www.lastampa.it/2014/09/02/multimedia/scienza/benessere/sessuologia-calo-del-desiderio-i-sintomi-aiwdf48IPccV0pllECAdCL/pagina.html

Video "Verginità in età adulta":

http://www.lastampa.it/2014/07/16/multimedia/scienza/benessere/la-verginit-in-et-adulta-sempre-una-scelta-wisLANTAH5PgQBdVYoeupO/pagina.html


  • La Dottoressa collabora con la Sezione Salute Coppia e Sessualità di DIARIODELWEB.it, rilasciando interviste e videointerviste.

Interviste su Diariodelweb:

http://www.diariodelweb.it/tag/?q=monica+cappello  

 

ARTICOLI della Dottoressa Monica Cappello su TOP SALUTE

 

ANCORA VERGINI A 30 ANNI (n. Ottobre 2013)

Non esiste un’età giusta per avere il primo rapporto sessuale. Secondo recenti ricerche, l’età della prima volta per i giovani italiani è intorno ai 17 anni, ma esiste una percentuale di persone, circa il 17%, che si avvicina al sesso intorno ai 30 anni.

Se per la maggior parte degli uomini l’inizio della sessualità attiva è motivato dal bisogno di mettersi alla prova e verificare la propria virilità, per le ragazze, cresciute con modelli di relazione incentrati sulla tenerezza, il rapporto sessuale va di pari passo con la relazione e l’affettività. Un vissuto negativo del proprio corpo, una cattiva elaborazione della propria femminilità, esperienze sessuali traumatiche vissute nell’infanzia o nell’adolescenza (molestie o abuso sessuale), possono compromettere l’attività sessuale e provocare forte dolore durante il tentativo di penetrazione.

Il disturbo più tipico è il VAGINISMO. La manifestazione fondamentale di questo problema, è la ricorrente e persistente contrazione involontaria dei muscoli perineali quando si tenta la penetrazione vaginale con il pene, le dita, un tampone o lo speculum del ginecologo. In alcune donne, la sola idea dell’introduzione in vagina può causare spasmo muscolare. Da qui nasce il blocco psicologico che conduce all’impossibilità di avere un rapporto sessuale. Per questo motivo il vaginismo può essere una causa della verginità dopo i 30 anni.

Verginità subìta, non scelta! Molti vivono bene così e ritengono il sesso per nulla importante, ma quando si percepisce una dissonanza tra ciò che si desidera e la realtà, allora è necessario fermarsi e mettersi in discussione. E’ importante sottolineare che la figura del partner ha un ruolo fondamentale per la persistenza del disturbo: spesso, infatti, si tratta di uomini timidi e magari anche con problemi di disfunzione erettile o di eiaculazione precoce, che con la disfunzione della partner, si proteggono dalla manifestazione del proprio disturbo. Se dopo anni di paure, ansie e fobie, non è facile lasciarsi andare e se da solo o con l’aiuto del partner la situazione non si sblocca, diventa necessario rivolgersi a uno specialista. La donna può prima effettuare una visita ginecologica e l’uomo può rivolgersi ad un andrologo, e successivamente ad uno Psicologo, esperto in Sessuologia Clinica, che solitamente propone una terapia mansionale integrata, basata sul modello cognitivo-comportamentale.

La terapia per questa disfunzione sessuale, consiste in un apprendimento graduale da parte della donna del controllo del muscolo vaginale attraverso la respirazione. Facendo delle espirazioni prolungate e introducendo un dito nella vagina, a poco a poco il muscolo si rilassa. Successivamente si introducono due dita e oggetti di diversa dimensione.

Il lavoro avviene contemporaneamente sul piano psicologico, affrontando eventuali fantasie negative legate alla penetrazione, spesso legate ad episodi infantili, che hanno traumatizzato la  paziente. Gli obiettivi della terapia sono di individuare il pensiero che accompagna le emozioni negative, e cercare le modalità comportamentali per affrontare queste emozioni.

Nella seconda parte della terapia è il marito che fa fare gli esercizi alla compagna. Nell’ultima fase si valuta insieme alla coppia quale potrebbe essere la posizione più semplice e adatta a loro, per poterla mettere in pratica facilmente, nell’intimità.

Nella maggior parte dei casi, questa terapia si rivela risolutiva, regalando alla coppia un vissuto di gioia, serenità e completezza…


10 MODI PER FARLO IMPAZZIRE A LETTO...(n. Luglio 2015)

Molto spesso si ha difficoltà a capire ciò che piace particolarmente al proprio partner, quando si è a letto. I desideri in tema di sesso, sono differenti tra uomo e donna, e variano anche da persona a persona. E’ importante capire quali sono i reali bisogni ed esigenze del partner, per vivere una sessualità pienamente appagante. Vediamo quali sono gli aspetti da non trascurare…

Gli uomini sono spesso attratti da rapporti sessuali un po’ più audaci, è importante provare a proporlo alla propria partner, vedendolo come un gioco erotico. Bisogna ovviamente fare attenzione alle sue reazioni, per capire ciò che può piacere maggiormente e per creare una forte sintonia.

Agli uomini piacciono sicuramente i preliminari più spinti, ma è necessario per non creare incomprensioni, dedicare alla propria donna anche momenti di tenerezza. Gli uomini amano molto il sesso orale: non soltanto riceverlo, ma anche praticarlo sulla propria partner, poiché adorano vederla molto eccitata.

Il sesso anale è una pratica che stimola molto la fantasia dell’uomo, ma molti ammettono che sia difficile proporlo alla compagna, per timore di essere giudicati male, di essere considerati volgari o perversi. In realtà, ci sono donne incuriosite e che vorrebbero provare, e aspettano che sia “lui” a chiederlo! Quindi, via l’imbarazzo e provate ad introdurre l’argomento…Il rapporto anale può essere un gioco divertente, che rafforza e intensifica la complicità di coppia!

E’ importante andare incontro alle esigenze e preferenze dell’altro, anche in tema di orario più adatto per avere rapporti, magari alternando i momenti: alcuni preferiscono dedicarsi all’attività sessuale di mattina, appena svegli, altri prediligono la sera, quando si è sul divano a guardare la tv, rilassandosi un po’, iniziando con coccole e carezze, e finendo sul letto, sperimentando giochi e posizioni nuove.

Le donne dovrebbero spiegare al proprio partner che sarebbe molto appagante per entrambi, arrivare al rapporto completo, con un livello più alto di eccitazione, in modo da favorire la capacità di raggiungere l’orgasmo. I preliminari, come  masturbazione e sesso orale, sono fondamentali per “prepararsi” al momento della penetrazione, ma molte volte sono troppo frettolosi, creando difficoltà a causa della scarsa lubrificazione vaginale.

L’uso dei sex toys, quali ad esempio dildo e vibratori, può essere proposto al proprio/a partner, per ravvivare un rapporto che dura da diversi anni, e per favorire una maggiore eccitazione e un dialogo più aperto e consapevole. Il dildo può essere utilizzato nei preliminari: può essere introdotto in vagina dall’uomo, o dalla donna stessa mentre pratica la fellatio, oppure mentre il partner semplicemente la osserva.

E’ importante, inoltre, che la donna faccia capire all’uomo che apprezza le parole dolci, piuttosto che toni aggressivi o fuori luogo, anche se ci sono donne che si eccitano se il proprio uomo, durante il coito, si rivolge loro con espressioni volgari. Non esiste quindi una regola, che funzioni per tutte le coppie!

Infine, può essere utile se la donna proponesse al suo uomo luoghi o modalità nuove per fare l’amore. A questo punto, entrano in gioco le fantasie erotiche, nelle quali non ci sono limiti! Le fantasie aiutano a raggiungere una forte eccitazione e creano complicità nei due partner, dando un pizzico di colore in più alla sessualità di coppia.

L’uso dell’immaginario erotico, è fondamentale per aumentare il livello di eccitazione, favorendo la lubrificazione nella donna e l’erezione nell’uomo per tutta la durata del rapporto, regalando un orgasmo più veloce e più intenso...


TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE SUL BONDAGE (n. Aprile 2016)

Tutti avranno sentito parlare del Libro erotico “Cinquanta sfumature di grigio” (Fifty Shades of Grey) della scrittrice londinese Erika Leonard, che si firma con lo pseudonimo E. L. James:  sono molte le persone che lo hanno letto, e molte quelle che hanno visto anche il film al cinema, o recentemente in TV. A proposito del film, molti ne sono rimasti delusi, affermando che la lettura del romanzo è sicuramente più intrigante, più coinvolgente ed eccitante. La storia è focalizzata sul sesso: è appunto di sesso che si parla, non di amore. Lo stesso protagonista del film, un giovane imprenditore miliardario di nome Christian Grey, precisa alla ragazza (Anastasia), che avrà con lui la sua prima esperienza sessuale, che lui non fa l’amore…lui fa sesso! E ha bisogno di farlo in una maniera particolare, rigorosamente all’interno di una stanza piena di fruste, bavagli, corde e oggetti simili: Grey riesce ad avere rapporti sessuali e a trarre piacere, solo attraverso una pratica di BDSM (bondage-dominazione-sadomasochismo). Le donne che fanno sesso con lui, devono approvare un contratto, nel quale dichiarano di essere consenzienti a ricevere varie pratiche sessuali, rimanendo totalmente passive, sottomesse, non potendo nemmeno sfiorarlo: lui ama essere il dominatore.

Le opinioni in merito alla trama sono molto discordanti: se da una parte c’è chi promuove il bondage come strumento/gioco erotico utile a stimolare la fantasia sessuale e a combattere noia a routine nella propria vita sessuale di coppia, dall’altra c’è chi reputa questa pratica un “passo indietro” rispetto alla lotta contro la sottomissione, psicologica e fisica, subìta dal mondo femminile.

Come si può definire il BONDAGE a livello clinico e sessuologico?

Solo recentemente si è iniziato a parlare di bondage, ma è una modalità ben nota a coloro che praticano il SADOMASOCHISMO, che è considerato una parafilia, ovvero perversione sessuale, nella quale è presente un soggetto (sadico) che prova piacere nell’infliggere dolore ad un partner, solitamente consenziente, e che possiamo definire masochista (trae piacere dal subire sofferenza fisica). Il rischio di questa pratica è che se fatta in modo estremo, può diventare molto pericolosa, mettendo a rischio addirittura la vita di chi subisce. E’ noto, infatti, che alcuni soggetti sono morti in seguito ad asfissia, soffocamento provocato da sacchetti o corde legate intorno al collo, o in seguito alle lesioni provocate da ferite e bruciature. Nel bondage è previsto l’uso di corde, cappucci e bavagli, per legare il partner, che diventa un “soggetto/oggetto”, totalmente sottomesso.

Spesso nelle fantasie erotiche delle donne è presente il desiderio di essere possedute, magari con i polsi legati e con una benda per coprire gli occhi: è un gioco che molte volte viene espresso al partner e messo in atto realmente. Questo aumenta l’eccitazione e la complicità in una coppia nuova, o risveglia la libido nella coppia “di vecchia data”. L’idea di sottomettere la donna è però solitamente più diffusa nell’immaginario erotico maschile: infatti, nella maggior parte dei casi, è la donna la persona legata e sottomessa, nella pratica del bondage.

La pratica del bondage può, però, comportare rischi per la salute e l’incolumità delle persone, soprattutto se è intrapresa senza una sufficiente conoscenza ed esperienza delle sue tecniche. E’ importante sottolineare che il bondage non dovrebbe essere praticato se non si conosce bene il partner e se non si ha completa fiducia in lui, se non si è pienamente convinti di volerlo praticare, se non si conosce sufficientemente il bondage e quindi non si può essere realmente consenzienti alla sua pratica, se non si è preparati o non si ha una sufficiente padronanza della tecnica che si vuole sperimentare e se determinate condizioni fisiche o psicologiche sconsigliano questa pratica.

Se si decide di provare il bondage, è opportuno adottare queste precauzioni: la parte anteriore del collo non deve mai essere sottoposta a compressioni; le corde possono impedire al sangue di fluire correttamente, quindi è necessario toglierle se gli arti diventano violacei; le corde possono irritare e infiammare le terminazioni nervose, causando dolori e insensibilità agli arti che possono durare anche a lungo o diventare in alcuni casi, permanenti; quando si usano le corde, bisogna fare attenzione a dove sono posti i nodi, poiché una caduta accidentale su un nodo posto su una terminazione nervosa o sulla spina dorsale, potrebbe causare danni permanenti anche gravi; infine bisogna darsi dei limiti di tempo, in genere non più di mezz’ora/un’ora.

In conclusione, si può affermare che è molto importante distinguere il gioco erotico dalla parafilia. Si tratta di parafilia quando questo comportamento sessuale diventa l’unico modo per provare piacere nella sessualità, mentre non dev’essere considerato una perversione sessuale, se viene visto come un aspetto ludico, ma non indispensabile e fondamentale, per raggiungere il piacere. 


SEXTING: IL SESSO AI TEMPI DELLO SMARTPHONE (n. Maggio 2016)

E’ più facile fare sesso con uno smartphone? Probabilmente sì, perché il sexting sembra essere il vero trend del momento. Con un semplice dispositivo si possono annullare tutte le distanze e anche i tabù!  Basta un semplice clic per inviare video e foto hot. Ma chi sono i destinatari? I propri compagni o qualcun altro?
Solitamente si inizia per gioco, con delle persone magari conosciute sui social network, per esempio su Facebook, e si mandano foto e messaggi erotici allo scopo di uscire dalla routine quotidiana. Le stime attuali ritengono che il sexting sia seguito maggiormente dai giovani adolescenti.

 

Quali sono le motivazioni che spingono i ragazzi alla pratica del cybersex o del sexting? Sanno le paure e i rischi che si corrono?

 

In un mondo dove gli smartphone, le applicazioni, gli apparecchi dotati di connessione internet e le conoscenze virtuali, sono il passatempo preferito della generazione 3.0, ci troviamo di fronte a una rivoluzione copernicana per quanto riguarda i rapporti interpersonali degli adolescenti di oggi.

Il bisogno di ridefinire il nuovo rapporto con i genitori, la percezione del proprio corpo che cambia e la necessità di acquisire sempre più autonomia dalle figure genitoriali, porta gli adolescenti a intensificare il rapporto con il gruppo dei pari e a cercare un/una partner per vivere la propria sessualità.

Le amicizie dei giovani di oggi vengono create nei social network; la maggior parte delle prime esperienze sessuali vengono cercate on line (cybersex) e la sessualità viene vissuta e compressa nelle poche righe degli sms e attraverso l’autoscatto erotico (sexting).

L’80% dei adolescenti confessa che la maggior parte dei propri amici scambia foto e immagini a sfondo sessuale, i ragazzi vivono il sexting con ansia e paura di essere scoperti dagli adulti e derisi (cyberbullismo) dai compagni. La maggior parte dei ragazzi è a conoscenza di alcuni dei rischi che questa pratica può comportare, ma non può comprendere le conseguenti implicazioni di una sessualità vissuta virtualmente.

Si presenta così un essenziale bisogno di destrutturare le informazioni errate sulla sessualità trovate sul web. E’ importante che i più giovani capiscano l’importanza di costruire e sviluppare una relazione reale, nella quale imparare a mettersi in gioco, vincendo timore e imbarazzo, esprimendo i propri dubbi o difficoltà al proprio partner. E’ necessario che gli adolescenti imparino a dialogare con i coetanei, ma in una situazione “vera”, non dietro ad uno schermo: le prime esperienze sessuali dovrebbero essere vissute serenamente, per lasciare un imprinting positivo utile alle successive relazioni. Molte volte gli adulti si portano dentro il ricordo di prime esperienze sessuali negative, con conseguente disagio e, in molti casi, questo vissuto non elaborato, si manifesta attraverso disfunzioni sessuali, sia maschili che femminili.

 

Il sexting è diffuso anche tra gli adulti: può essere bello fare sexting con il proprio partner, durante la giornata, magari quando è al lavoro. Ci si scambia foto osé, meglio se con la lingerie che piace a lui, in attesa del suo rientro. Sotto questo aspetto il giochino dovrebbe migliorare l’intesa di coppia, aumentando il desiderio per il rientro serale. All’inizio fare sesso online può essere stuzzicante, è semplicemente una modalità diversa per coniugare il desiderio e dar voce alle proprie fantasie erotiche. Se però diventa l’alternativa a una vera intimità, può lasciare solo un senso di solitudine, perché il rapporto sessuale ha bisogno anche della componente fisica, fatta di contatto e di odori…

Se il destinatario non è il proprio partner?

Il tradimento online è molto frequente, e viene spesso vissuto da chi lo pratica come un’innocente trasgressione, anche perché non sempre si passa dal virtuale al reale, e scatena minori sensi di colpa. Molte volte si inizia quasi per gioco, e per uscire da un momento difficile, nel lavoro e nella vita di coppia. In alcuni casi, però, la tecnologia, che rende il contatto con l’amante, possibile 24 ore su 24, può causare una vera dipendenza. Se i messaggi o i video sul telefono si diradano, può scattare una vera e propria crisi d’astinenza, caratterizzata da ansia, malessere, nervosismo. Può essere utile, provare ad avere un minimo di controllo, non rispondendo subito ai messaggi e valutare le proprie reazioni. L’obiettivo è capire se quello scambio di messaggi così intenso, non sia solo un modo per evitare di affrontare una crisi del rapporto di coppia: una consulenza psicosessuologica può essere utile, per capire se è possibile recuperare la complicità tra i due partner.

Un’avvertenza: se stai facendo sexting con una persona che hai conosciuto su Facebook o altro social network accertati, per quanto possibile, con chi hai a che fare. Non fornire i tuoi recapiti, tanto meno l’indirizzo di casa, e accertati che le foto rimangano sempre e solo tra te e lui/lei. Prendere una tua immagine da WhatsApp o applicazioni simili e postarla sulla tua bacheca di Facebook o su un sito web, è un gioco da ragazzi. Persone senza scrupoli potrebbero anche ricattare per evitare la diffusione delle proprie immagini. Quindi sì al gioco e al sexting, ma con intelligenza e responsabilità!

 


 

QUANDO IL PIACERE TARDA AD ARRIVARE...L'EIACULAZIONE RITARDATA (N. Giugno 2016)

 

 

Molto spesso si sente parlare di eiaculazione precoce: quando esiste questa problematica il rapporto sessuale è molto breve e spesso non sufficiente alla donna per raggiungere l’orgasmo. Però anche il sesso che si protrae per ore e ore finisce per dare noia, poiché l’eccitazione e la concentrazione tendono a scemare.

Ci sono uomini che hanno tempi lunghi nel raggiungere l’orgasmo non per scelta, ma perché hanno difficoltà a concludere il rapporto raggiungendo il piacere. Si tratta di una disfunzione sessuale definita EIACULAZIONE RITARDATA, caratterizzata dalla difficoltà o dalla totale incapacità di raggiungere l’orgasmo e, quindi, di eiaculare, nonostante la funzionante componente di desiderio sessuale, la normale capacità erettiva e la volontà di abbandonarsi completamente al piacere.

Il disturbo può comparire fin dai primi rapporti o presentarsi in un preciso momento della vita sessuale, che fino ad allora era stata positiva e appagante.

Può manifestarsi in qualunque atto sessuale (penetrazione, sesso orale, masturbazione) o solo in alcune situazioni. Di solito, quando si verifica da sempre e anche nella stimolazione autoerotica, ha cause organiche (neurologiche, endocrinologiche, farmacologiche).

L’eiaculazione ritardata può creare frustrazione e insoddisfazione a se stessi e alla partner, che vive molto male l’incapacità dell’altro di arrivare al piacere. L’eccessiva durata del coito porta la donna a una scarsa lubrificazione vaginale, con conseguente perdita dell’eccitazione, fino a sentire dolore durante il rapporto. Inoltre, l’assenza di un orgasmo condiviso conduce a un calo del desiderio per la coppia, che vive il rapporto come un incontro faticoso e sgradevole.

L’uomo se non riesce a farsi trasportare dalle emozioni e dal piacere, si sente deluso, frustrato e inadeguato.

Vediamo quali sono le cause del disturbo: alla base c’è un fattore di ANSIA molto forte, che impedisce la concentrazione sulle proprie percezioni sensoriali e inibisce il piacere. L’uomo si concentra troppo sulla performance, allontanandosi quindi dalle sensazioni fisiche. L’ossessione per la PRESTAZIONE e per l’evento eiaculatorio diventano prioritarie, impedendo alla mente di lasciarsi andare alle piacevoli sensazioni. Tale focalizzazione al negativo ostacola la concentrazione percettiva, bloccando o rallentando la possibilità di concludere il rapporto con un orgasmo liberatorio.

In molti casi, ci può essere il timore di scoprirsi e di legarsi. Spesso c’è una difficoltà ad aprirsi con l’altro, a condividere le emozioni e manifestare l’affettività. La relazione con il partner è vista con timore e percepita come una minaccia; dare e concedere qualcosa di sé, è faticoso.

A volte ci possono essere alla base del problema insicurezze o inibizioni che, nel momento di maggiore intimità, prendono il sopravvento, provocando un blocco. Anche un’educazione sessuale molto rigida, l’idea del sesso come qualcosa di sporco, può far vivere l’orgasmo come qualcosa di sbagliato. Privarsi del piacere è l’unica soluzione per mettersi al riparo dai sensi di colpa!

Se l’eiaculazione ritardata si presenta quando c’è il progetto di fare un figlio, può nascondere la paura o la non reale adesione al concepimento, per cui risulta il modo più efficace e meno conflittuale con cui difendere la propria posizione.

Cosa fare?

Per prima cosa, è importante rivolgersi al medico andrologo, che farà fare tutti gli esami utili a escludere la causa organica. Se non risultano disturbi fisici, è necessaria una terapia psicosessuologica, per imparare a rilassarsi e concentrarsi sulle proprie sensazioni fisiche e propriocettive, lasciarsi andare e imparare a liberare il piacere.

Se si desidera davvero affrontare il problema, il punto di partenza è la complicità con la partner. La comunicazione e il dialogo sono la migliore espressione di complicità, ma anche la condivisione, soprattutto delle fantasie erotiche.

Durante la consulenza sessuologica, il terapeuta insegnerà la FOCALIZZAZIONE SENSORIALE, una tecnica che aiuta moltissimo a combattere l’ansia. Questa pratica si divide in due fasi principali, in cui i partner sono invitati ad accarezzare in modo reciproco e alternato il corpo nudo dell’altro, a esclusione dei genitali (fase 1), zona che può venire inclusa (fase 2) solo quando al contatto non sono più associati sentimenti di ansia. Questi esercizi mansionali devono avvenire in un ambiente rilassato e organizzato per creare un’atmosfera positiva, non carica di aspettative, in cui la penetrazione è vietata.

In questo percorso, infine, si lavorerà per aumentare i livelli di concentrazione durante l’atto, provando a descrivere a parole le sensazioni legate al piacere.   

Dottoressa Monica Cappello
Psicologa Sessuologa Torino

Consulente delle riviste TOP SALUTE e VIVERSANI E BELLI

Collaboratrice del Canale Salute de LA STAMPA.it e di DIARIODELWEB.it